Credere n.6 - 12/05/2013
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Il testimone
Che guaio, ho conosciuto don Pablo
A dirlo è Juan Manuel Cotelo, regista del film L’ultima cima, dedicato al sacerdote spagnolo morto in montagna a 42 anni. Don Pablo era un prete “normaleâ€, ma aveva una fede contagiosa...
IL RICHIAMO DELLE VETTE - Don Pablo era uno scalatore provetto; se poteva, celebrava Messa sulle cime. Fotogramma per gentile concessione di Infinito+Uno.
Niente di più di un prete “normaleâ€. Non era missionario, non aveva fondato un ordine religioso e non era nemmeno parroco. Eppure la vita di don Pablo DomÃnguez Prieto vale la pena di essere raccontata. Ne è convinto Juan Manuel Cotelo, regista spagnolo che al sacerdote madrileno ha dedicato un film documentario, L’ultima cima, appena arrivato in Italia.
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Don Pablo, fine teologo e allo stesso tempo sacerdote alla mano, aveva scalato i 4.000 delle Alpi e diverse vette extraeuropee. In Spagna gli mancava solo il Moncayo, 2.300 metri: è morto salendolo, a 42 anni, nel 2009. Ciò che colpisce nella storia del sacerdote non è però la morte precoce, ma il segno che ha lasciato nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Allegro, semplice, ironico, don Pablo rideva, ascoltava, studiava, scherzava. Riusciva a contagiare dell’amore di Dio chiunque incontrasse: seminava speranza e voglia di cambiare.
Cotelo conosce don Pablo a una conferenza. «Non volevo neanche andare, mi costrinse un mio amico che dopo averlo conosciuto si era convertito al cattolicesimo. Insisteva: “Devi conoscerlo, devi conoscerloâ€. Per mesi ho fatto di tutto pur di stargli alla larga, infine sono andato ad ascoltarlo, ma solo per togliermi il pensiero».
Un incontro fugace, qualche minuto appena. Dodici giorni dopo, ascoltando il telegiornale, Cotelo scopre però che il sacerdote è morto. «Avevo ripreso la conferenza con la telecamera, ho riguardato le immagini e mi sono chiesto come avevo fatto a non rimanerne colpito». Don Pablo conquista Cotelo, ma ancora una volta il regista fa di tutto per “respingerloâ€. «Ho regalato la registrazione ai familiari, non volevo saperne più nulla. Poi, però, mi hanno chiesto un video di dieci minuti e ho iniziato a incontrare persone che avevano conosciuto Pablo. Dicevano: “Mi ha sostenuto quando mi sono sentito abbandonato da tutti, mi ha aiutata ad accompagnare mio figlio dalla vita alla morte, e piangevano. Pensavo: stanno esagerando, è morto un amico a cui volevano bene, nessuno può essere così buono. Poi ho capito che il problema non era Pablo, ma ero io: non volevo accettare che ci potesse essere un uomo così straordinario. Il passo successivo è stato chiedermi: “Se Pablo è stato così buono, perchè non potrei esserlo anche io?â€Â».
Una domanda scomoda, che Cotelo avrebbe volentieri evitato. «Mentre ascoltavo le “attenzioni normali†di don Pablo, come ricordarsi dei compleanni o stare vicino a chi è in difficoltà , mi veniva in mente che non avevo fatto gli auguri a mia sorella e che a un amico, al quale da poco era morto il padre, non avevo fatto nemmeno una telefonata».
Don Pablo, racconta ancora il regista, era innamorato di Dio e si vedeva. Le sue Messe erano piene di gente, al funerale hanno partecipato tremila persone e ventisei vescovi: «Nell’esistenza di Pablo vedi quello che Dio può fare con te, se ti affidi a Lui. Diceva sempre: “Se ti posso aiutare in qualcosa, chiedimeloâ€. Ho iniziato a farmi domande, ho riscoperto la fede. Anzi, è stato come se prima non l’avessi mai vissuta: Pablo è stato un regalo per la mia vita, la sveglia che Dio ha utilizzato per richiamare la mia attenzione».
Giornalista, professore, attore, Cotelo si dedicava a teatro e cinema. Da quando ha girato L’ultima cima, uscito in Spagna nel 2010 e subito diventato campione di incassi, viaggia da un posto all’altro per diffondere il documentario e, soprattutto, “contagiare†gli spettatori.
In Italia il film è arrivato in aprile: in poche settimane ha fatto tappa in più di dieci sale. Alla prima proiezione a Milano, cui è stato invitato anche Credere, hanno partecipato 350 persone e più di cento non hanno trovato posto in sala. «Non voglio che il film abbia successo, ma desidero che almeno uno degli spettatori possa cambiare la propria esistenza, vivendo con più amore».
Credenti o no, per chi si accosta al documentario disposto a lasciarsi sorprendere, il contagio è assicurato. C’è chi si è messo in discussione, chi ha scoperto la vocazione, chi ha rispolverato la bellezza dei sacramenti.
Fra le persone che sono rimaste colpite, anche papa Francesco: «Un giorno mi ha chiamato un cardinale dall’Argentina dicendomi che anche lui aveva conosciuto Pablo», ricorda Cotelo. «Allora, come poi ha fatto il giorno dell’elezione, Bergoglio mi ha chiesto solo una cosa: di pregare per lui».
Una bella richiesta, quella del Papa. «Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che preghi per noi», dice sereno Cotelo. In diversi gli avevano consigliato di non “immischiarsi con i pretiâ€: «Ti cacci nei guai», l’aveva avvertito la madre. Cacciarsi nei guai, proprio come capita a chi va a vedere il film. Don Pablo picconava il ghiaccio delle montagne, L’ultima cima piccona i cuori e le certezze.
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DECINE DI PROIEZIONI CON IL PASSAPAROLA
L’ultima cima (82 minuti, prodotto nel 2010) racconta la vita di don Pablo DomÃnguez attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto. Ne emerge il ritratto di un sacerdote “specialeâ€: un dottore in Filosofia e Teologia che sapeva parlare a grandi e piccini. Oltre ai contributi di parenti e amici, il documentario è completato da interviste sulla Chiesa e i sacerdoti, raccolte per le vie di Madrid. Uscito inizialmente in quattro sale in Spagna, è rimasto sei mesi in cartellone per poi arrivare in altri diciannove Paesi, con milioni di spettatori fra cinema, televisione e internet. Il tutto attraverso il passaparola di persone che hanno voluto condividerne il messaggio. In Italia ha girato diverse sale, da Milano a Ferrara, passando per Montebelluna, Firenze e Roma, sempre con gran successo di pubblico. Il 28 e il 29 maggio L’ultima cima è in programma al cinema Araceli di Vicenza; per conoscere le date delle prossime proiezioni consultare il sito internet www.laultimacima.it, dove si trovano anche i contatti per organizzare ulteriori proiezioni. Via web è anche possibile prenotare copia del dvd con sottotitoli in italiano, disponibile da settembre. Il documentario è stato il dvd più venduto in Spagna nel 2010.
Testo di Laura Bellomi